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giovedì 23 maggio 2024

#Tratti e #Ritratti | #AlFemminile - Marie Gillain

Marie Blanche Françoise Emilie Gillain è un'attrice belga, attiva in campo cinematografico, televisivo e teatrale.

Dopo un provino - non andato a buon fine - per L'amante di Jean-Jacques Annaud, esordisce al cinema nel 1991 nel film Mio padre, che eroe!, dove interpreta la figlia di Gérard Depardieu. Nel 1995 è la protagonista del film vincitore dell'Orso d'Oro alla Berlinale, L'esca di Bertrand Tavernier

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Tra gli altri film si segnalano Marie (1994), Il cavaliere di Lagardère (1997) di Philippe de Broca, Harem Suare (1999) di Ferzan Özpetek, L'enfer (2005) e Coco avant Chanel - L'amore prima del mito (2009).

È anche famosa in campo pubblicitario come testimonial dei prodotti Lancôme.

Cinema
  • Mio padre, che eroe! (Mon père, ce héros), regia di Gérard Lauzier (1991)
  • Marie, regia di Marian Handwerker (1994)
  • L'esca (L'Appât), regia di Bertrand Tavernier (1995)
  • Le affinità elettive, regia di Paolo e Vittorio Taviani (1996)
  • Il cavaliere di Lagardère (Le Bossu), regia di Philippe de Broca (1997)
  • La cena, regia di Ettore Scola (1998)
  • Harem Suare, regia di Ferzan Özpetek (1999)
  • Absolument fabuleux, regia di Gabriel Aghion (2001)
  • Laissez-passer, regia di Bertrand Tavernier (2002)
  • Autoreverse (Ni pour ni contre (bien au contraire)), regia di Cédric Klapisch (2003)
  • Il piacere è tutto mio (Tout le plaisir est pour moi), regia di Isabelle Broué (2004)
  • L'enfer, regia di Danis Tanović (2005)
  • Ma vie n'est pas une comédie romantique, regia di Marc Gibaja (2007)
  • Pars vite et reviens tard, regia di Régis Wargnier (2007)
  • Female agents (Femmes de l'ombre), regia di Jean-Paul Salomé (2008)
  • Magique!, regia di Philippe Muyl (2008)
  • Coco avant Chanel - L'amore prima del mito (Coco avant Chanel), regia di Anne Fontaine (2009)
  • Tutti i nostri desideri (Toutes nos envies), regia di Philippe Lioret (2011)
  • Landes, regia di François-Xavier Vives (2013)
  • Valentin Valentin, regia di Pascal Thomas (2015)
  • Vicky e il suo cucciolo (Mystère), regia di Denis Imbert (2022)
L'esca (L'appât) è un film del 1995 diretto da Bertrand Tavernier.
Il film trae spunto dal libro L'appât del 1990, scritto da Morgan Sportès e che si basa - pur utilizzando nomi di fantasia - sulla ricostruzione di due omicidi perpetrati a Parigi nel 1984 dal trio composto da Valérie Subra, Laurent Hattab, Jean-Rémi Sarraud.
Vincitore dell'Orso d'oro al Festival di Berlino del 1995, il film venne vietato ai minori di 18 anni.
Il film espone, con lucida concisione, l'irresponsabilità incolta in cui vive una parte della gioventù europea degli anni '90, cresciuta nella società dei consumi. Commento del dizionario Morandini che assegna al film tre stelle su cinque di giudizio.[1]


lunedì 20 maggio 2024

#Sguardifemminili | Patrizia Cavalli | 23 maggio 2024, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III.

E’ dedicato alla “poeta” Patrizia Cavalli, l’incontro di Sguardi femminili, la rassegna curata dalla filosofa Esther Basile per la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III.

Patrizia Cavalli una delle più grandi delle più grandi poetesse italiane del secondo Novecento, fu la scrittrice Elsa Morante, a scoprirne negli anni '70 la vocazione poetica ed a battezzarla: «Patrizia, sei una poeta». La Cavalli si distingue per uno stile originale che introduce in poesia il linguaggio del quotidiano comprensibile a tutti, in cui si riconosce ogni ceto sociale. Cavalli è stata tra le voci poetiche del Novecento a dare spazio in poesia al prosastico, alle piccole cose significanti, quelle piccole epifanie che lentamente emergono dai gesti comuni e arricchiscono di senso la parabola della nostra vita. Un gusto del recitativo che emerge con più forza nelle poesie degli ultimi anni.
Giovedì #23maggio 2024, ore 16:30 Introduce #SilviaScipione

Assunta "Susy" Scutto | judo

Grandissima Susy Scutto, argento nei -48 kg! Giuffrida oro e Scutto argento ai Mondiali ad Abu Dhabi Medaglia d'argento per Assunta Scutto, sconfitta nella finale mondiale dei 48 kg dalla mongola Baasankhuu Bavuudorj. Fra Scutto e Bavuudorj è stata una finale stellare, uno scambio di attacchi e contrattacchi incessante e proprio su uno di questi, il seoi nage di Assunta è stato schivato e contrattaccato dal sumi gaeshi della mongola. Wazari annunciato quando sul cronometro mancano solo sei secondi. Che Bavuudorj ha dedicato ad un tentativo di juji gatame prima di poter esultare per il suo primo titolo mondiale, conquistato a 24 anni. Assunta Scutto di anni ne ha 22 e questa medaglia d’argento, oltre ad essere bellissima, è la terza consecutiva ai campionati del mondo.

L’Assessore allo Sport Emanuela Ferrante ha ricevuto a Palazzo San Giacomo la medaglia di bronzo agli ultimi mondiali juniores del 2022 in Uzbekistan, Susy Scutto, napoletana, originaria di Scampia, simbolo della determinazione e del riscatto sul territorio attraverso lo sport.  www.comune.napoli.it

È una delle stelle più luminose nel firmamento dello sport azzurro. Fa le sue prime mosse di judo a cinque anni, spinta dalla voglia di giocare insieme a suo cugino e di imitarlo. Cresce a Scampia nella palestra del maestro Gianni Maddaloni. A 13 anni prende la sua scelta, quella di non abbandonare più il tatami e di continuare a soffrire e a lavorare per ottenere qualcosa di più alto. Ragazza minuta ma dal cuore smisurato, nel 2021 si leva la soddisfazione di vincere il titolo mondiale a livello junior. Non stecca il passaggio alla categoria senior, in cui sale per ben due volte di fila sul terzo gradino del podio iridato. Appartiene alla chiesa evangelica e per lei la fede è la speranza che tutto possa andare meglio. Prima delle gare si rilassa ascoltando la musica oppure disegnando cartoni animati o caricature sul suo tablet. Mettersi al collo l'oro olimpico è il sogno più grande che ha e non sta nella pelle per provare a realizzarlo a Parigi 2024. Susy Scutto parigi2024.coni.it Campionati Mondiali
3ª Tashkent (UZB) 2022
3ª Doha (QAT) 2023
Campionati Europei
7ª Sofia (BUL) 2022
9ª Montpellier (FRA) 2023 

Durante la cerimonia le è stata consegnata una targa in segno di “gratitudine ed ammirazione per il prestigioso traguardo conseguito”. Sono intervenuti il presidente dell'VIII Municipalità Nicola Nardella  la consigliera Mariarosaria Marino, promotrice dell'iniziativa, il Consigliere comunale e di Città Metropolitana Sergio Colella ed il Presidente della Commissione Sport Gennaro Esposito.

“In questo anno di lavoro ho conosciuto tante realtà bellissime come quella del tuo maestro Maddaloni" – ha spiegato l’Assessore allo Sport Emanuela Ferrante - "Credo che ci dovrebbe essere un presidio del genere in tutta la nostra città, in tutte le Municipalità, perché, come anche il Sindaco afferma, lo sport non deve essere tanto agonismo e competizione, ma deve essere innanzitutto investimento per il sociale ed anche per questo abbiamo voluto fare la scommessa di candidare Napoli a capitale europea dello sport 2026”.

“Susi come anche Zeudy Di Palma, Miss Italia 2022, rappresentano due ragazze di Scampia divenute ambasciatrici di bellezza e di valori positivi" – ha detto il Presidente della Municipalità 8 Scampia, Nicola Nardella - "in un territorio che vive uno stigma molto forte ma che, grazie ad esperienze come queste, riesce a collocarsi in una diversa narrazione”. 
"Ringrazio Susy per il lustro che porta al territorio" – ha osservato il Presidente della Commissione Sport Gennaro Esposito - "vorrei chiederle di portare la sua esperienza nelle scuole dell’ottava municipalità per far capire ai tanti ragazzi, che hanno semmai modelli di vita distorti, quanto è bello lo sport e quante soddisfazioni e quante emozioni può dare. Ti auguro di poter  coronare questa esperienza con la partecipazione alle Olimpiadi e noi saremo al tuo fianco come istituzioni".
“La tua esperienza è un esempio importante per tutti i giovani" – ha aggiunto Sergio Colella Consigliere comunale e della Città Metropolitana, delegato allo sport e ai giovani - "Proprio per questo siamo impegnati sul territorio anche per potenziare la rete delle palestre che sono un presidio fondamentale”.  
"Vi ringrazio per credere in me, e sostenere i miei sogni" - ha concluso la giovane atleta, Susy Scutto - "devo ammettere che ho sempre avuto paura di affrontare la vita ma sul tatami non mi sono mai sentita piccola. Spero che il mio esempio possa far capire ai giovani che lo sport può aiutarti nella vita e fare una grande differenza".


sabato 18 maggio 2024

Boscotrecase | Sabato 25 maggio presentazione del libro "Un'altra vita" di Filomena Lamberti.

"Guarda che ti do". Queste le ultime parole che Filomena Lamberti ha sentito pronunciare dall'uomo da cui si voleva separare - il padre dei suoi tre figli - con cui aveva condiviso un matrimonio durato 30 anni e segnato da violenze e maltrattamenti.

Una bottiglia di acido solforico che usavano nella pescheria di famiglia per sturare i lavandini e che ha irrimediabilmente marchiato, corroso, sfregiato Filomena.

Nel volto, sul collo, sulle braccia, sulle spalle.

Dopo l’episodio un lungo calvario fatto di due mesi di ricovero in terapia intensiva e oltre trenta interventi chirurgici.

La brutalità della violenza Filomena Lamberti l'ha vista in faccia, l'ha sentita bruciare sulla sua pelle, un buio calato all'improvviso sulla sua vita, ma in quel buio ha saputo trovare la luce.

E rinascere.

Diventare una donna libera.

Diversa ma finalmente sé stessa

Una testimonianza di coraggio, di forza e di libertà - la sua - che adesso ha deciso di condividere, testimoniando il suo vissuto e la sua battaglia contro la violenza sulle donne attraverso la scioccante testimonianza racchiusa nel suo libro “un’altra vita.

Nel corso della serata, nel salottino letterario di Boscotrecase, tratteremo lo scottante tema della violenza sulle donne sotto il profilo sociale psicologico e legale grazie all’intervento degli esperti in materia

  • Ti Ascolto
  • UN'ALTRA VITA - la violenza sulle donne raccontata a Boscotrecase

venerdì 17 maggio 2024

Alice Munro - Danza delle ombre felici

Una donna accudisce sua madre senza smettere di pensare al desiderio di voler essere altrove. Una figlia in viaggio con il padre cerca di capirne il mistero. La perfezione inattesa di una sonata, eseguita da una bambina, dona un istante di bellezza a una comunità sempre piú chiusa nella propria solitudine. Storie di rapporti sospesi tra grazia e voglia di fuggire; piccole ma immense tragedie e miracoli quotidiani che non salveranno l’umanità, ma forse solo un pomeriggio tetro. È questo l’universo poetico di Alice Munro, distillato già in purezza nel libro che segna l’inizio della sua esplorazione senza sosta tra gli infiniti sentieri dei sentimenti umani.


«Le voci della stanza sono volate via, pensava Mary. Se solo fossero volate via per davvero portandosi appresso il ricordo dei loro piani, se almeno una cosa al mondo potesse essere lasciata in pace». www.einaudi.it

  • 2015
  • Super ET
  • pp. 256
  • € 12,00
  • ISBN 9788806226442
  • Traduzione di Susanna Basso
  • Editore: Einaudi
  • 9788858411506

Quindici narrazioni di una quindicina di pagine ciascuna, una meraviglia al quadrato, per la prima raccolta di racconti di Alice Munro, uscita nel 1968. Nel racconto «Il cowboy della Walker Brothers» è il rapporto tra padre e figlia a dominare i pensieri della bambina, fiera del privilegio di attraversare il territorio con un uomo disposto a portarla con sé, ma deciso a lasciarla sulla soglia del proprio mistero. «Lo studio» incomincia con queste parole: «La soluzione alla mia vita mi venne in mente una sera mentre stiravo una camicia». È la soluzione woolfiana della «stanza tutta per sé», nel cui quieto silenzio si dovrebbe poter rimediare la libertà necessaria alla scrittura. Ma un intruso cortese si intromette in quella solitudine come un pensiero molesto, come il tarlo di un’inadeguatezza e il presagio della futura domanda: «Chi ti credi di essere?» Quasi in risposta, Munro afferma che «La pace di Utrecht» fu «la prima storia che dovevo assolutamente scrivere», lo spartiacque artistico dopo il quale «mi resi conto che alcune cose dovevano essere scritte da me». Ad esempio la fuga, o meglio le molteplici fughe, da un mondo, da una lingua materna, che il morbo di Parkinson ha reso fonte di imbarazzo, dal dovere di esserci in conflitto con il desiderio di andare. Nel racconto, il conflitto si inscrive nelle vite parallele di due sorelle: Maddy, che è rimasta, e Helen, che ha fatto dell’andare via l’inizio di un affrancamento e la condanna a un ritorno inconsumabile.
Alice Munro è stata la più importante autrice canadese contemporanea, "maestra del racconto breve". Nel 2013 ha vinto il PREMIO NOBEL per la Letteratura.È cresciuta a Wingham, Ontario. I suoi racconti, ambientati perlopiù nelle piccole cittadine dell’Ontario sudoccidentale, mescolano osservazione precisa della realtà sociale e introspezione psicologica, e si caratterizzano per la raffinatezza formale. Temi prediletti sono i problemi delle ragazze durante l’adolescenza, il loro rapporto con la famiglia e con l’ambiente circostante, il matrimonio, il divorzio, la vecchiaia, la solitudine. Ha pubblicato numerose raccolte di racconti e un romanzo. Fra i molti premi letterari ricevuti, per tre volte il Governor General's Literary Award in Canada,...

lunedì 6 maggio 2024

Gaeta | Goliarda Sapienza - 10 maggio 2024, centenario della nascita

Il 10 maggio del 1924, esattamente un secolo fa, nasceva a Catania Goliarda Sapienza, scrittrice, attrice, donna libera e dalle mille sfaccettature culturali e artistiche, dalla personalità poliedrica e complessa, conosciuta soprattutto per il suo romanzo "L’arte della gioia", scritto a Gaeta, città che l'ha ispirata particolarmente, in cui ha vissuto ed è scomparsa nel 1996. Città di Gaeta

Goliarda è considerata una delle scrittrici più significative della letteratura italiana del Novecento e proprio per il centenario della sua nascita sono stati programmati, nella città di Gaeta, tre appuntamenti da non perdere, dedicati alla vita e alle opere dell'autrice attraverso letture, concerti, proiezioni, percorsi sensoriali con arte dal vivo e mostre fotografiche e letterarie.

🗓️ 10 maggio

  • 📌Piazza Goliarda Sapienza, Gaeta
  • ⏰ 17:00 𝐈𝐌𝐌𝐀𝐆𝐈𝐍𝐈 𝐞 𝐏𝐀𝐑𝐎𝐋𝐄
  • 📌Gneo Fonteo
  • ⏰ 19:00 𝐋𝐄𝐓𝐓𝐄𝐑𝐄 𝐢𝐧 𝐌𝐔𝐒𝐈𝐂𝐀
  • ⚠️ Per info chiamare i numeri indicati sulla locandina
  • 📌Auditorium Santa Lucia
  • ⏰ 21:00 𝐌𝐀𝐋𝐌𝐀𝐑𝐈𝐓𝐀𝐓𝐄 𝐢𝐧 𝐂𝐎𝐍𝐂𝐄𝐑𝐓𝐎
  • ⚠️ Per info chiamare il numero indicati sulla locandina  

domenica 5 maggio 2024

Manila Esposito, da Torre Annunziata. Campionato Europeo di Ginnastica Artistica femminile

 MANILA ESPOSITO è ORO, la nuova campionessa Europea 
L’azzurra è inarrestabile, conquista un’altra medaglia d’oro come Vanessa Ferrari ad Amsterdam 2007 e Sofia 2014
La campionessa europea conquista la medaglia d’oro alla trave
Rimini - Manila, la maga vesuviana che ha scalato il continente delle Fate Diciassette anni. Diciotto a novembre, il due per l’esattezza,  Ma lei, in verità, ha sempre avuto l’argento vivo addosso. Anzi l’oro vivissimo, e pure doppio. Perché dopo essere entrata nel gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, due mesi fa, Manila Esposito da Torre Annunziata, come Irma Testa, l’oro questa sera se l’è messo al collo, per davvero. Nata nel 2006, dopo che il 19 ottobre Vanessa Ferrari aveva fatto quello che non era mai riuscito a nessuna ginnasta italiana, ossia vincere l’all around mondiale, oggi ha eguagliato il titolo continentale del cannibale di Orzinuovi, prima reginetta europea ad Amsterdam nel 2007. Cresciuta con Camilla Ugolini alla Ginnastica Civitavecchia, società con la quale, il 25 e 26 maggio sfiderà le colleghe brixiane per il titolo nazionale a squadre nella Final Six di Firenze – e il destino ha voluto che il capodelegazione a Rimini fosse proprio il presidente del sodalizio laziale, Pierluigi Miranda, consigliere FGI – la scugnizza campana dagli occhi magnetici e gli orecchini portafortuna ha vinto le sue elezioni europee, senza bisogno di fare campagne elettorali. I voti - 55.432 (VO 13.566 - PA 14.066 - TR 14.200 - CL 13.600) - glieli ha dati, direttamente, la giuria internazionale, premiandone un cammino iniziato proprio lì dove aveva concluso il precedente, un anno or sono.
L’avevamo lasciata, infatti, sulla trave di Antalya, argento da debuttante, matricola tanto sfrontata da porsi tra l’olimpionica di Rio de Janeiro l’olandese Sanne Wevers e la numero uno al volteggio di Monaco 2022 l’ungherese Zsófia Kovács. E dalla trave ha ricominciato sul field of play verde e viola della Fiera romagnola, nell’edizione casalinga, continuando a scalare posizioni, fino a raggiungere, lei giovanissima, la vetta del Vecchio Continente. In Turchia aveva chiuso al 12° posto, ma ai mondiali di Anversa era salita al nono, quarta tra le europee, dietro Alice D’Amato, l’orange classe 1998 Eythora Thorsdottir e la britannica del 2001 Alice Kinsella. La torrese - che adesso, pur tifando per il Napoli come suo padre, diventerà celebre dalle sue parti quanto un altro famoso concittadino, il laziale Ciro Immobile - sulle pedane dei padiglioni fieristici di Rimini, assente la Thorsdottir, è riuscita a scavalcare, in un colpo solo, le altre due rivali iridate, chiudendo in cima al podio, con le due Alice ai suoi fianchi.
“Sicuramente quest'anno è andato meglio dell'anno scorso – analizza in zona mista, con una logica da veterana - perché ad Antalya non ero riuscita a fare la gara che volevo, e invece qui sì e cercherò di fare ancora meglio nella finale a trave. Negli ultimi 12 mesi ho fatto tante altre gare, quindi ho accumulato esperienza, e questo aiuta. A parallele ho aggiunto il Nabieva, per il resto il programma tecnico è pressoché lo stesso. Sono migliorata sull’esecuzione. L'infortunio di Asia ha destabilizzato l'equilibrio della squadra. Le faccio un grande in bocca al lupo. Lei è una ragazza molto determinata e tanto, tanto forte, quindi so che anche dopo questa ennesima difficoltà si saprà rialzare, più forte che mai. La mia dedica va a tutta la mia famiglia e ai miei nonni, che mi seguono sempre. Sabato e domenica verranno tanti amici e parenti a fare il tifo per noi: i miei genitori, i nonni, i miei zii e forse i pure i cugini. Ho iniziato a fare ginnastica perché non stavo mai ferma, alla fine mia madre, disperata, mi ha portato in palestra. E poi da lì, insomma, ho cominciato a prendermi piccole soddisfazioni che piano piano, un po’ alla volta, mi hanno aiutato a chiedere sempre di più di a me stessa. Diciamo che ho capito abbastanza presto che stavo prendendo la strada giusta”.
“Ora ho trovato un’altra grande famiglia, di grandi campioni, il gruppo sportivo della Polizia di Stato. Anche questo era un obiettivo che volevo raggiungere e ci sono riuscita – prosegue la ginnasta campana, acclamata dagli oltre duemila fan accorsi sugli spalti di Rimini per tifare il dream team FGI, inclusi Matteo Levantesi e Yumin Abbadini, reduci dai bronzi nella maschile - A Civitavecchia con Camilla Ugolini ci sono stata tredici anni, insomma, tutta la mia carriera. Poi, un anno e mezzo fa, mi sono trasferita a Brescia dove ho trovato un gruppo molto unito. Ci sosteniamo a vicenda, soprattutto se ci sono delle difficoltà, tipo oggi. Siamo riuscite a portare a termine una gara più che buona, senza farci demoralizzare troppo dall’incidente ad Asia. Ora che sono diventata la numero uno europea avrò puntati gli occhi di tutti e presto dovrò confrontarmi con ginnaste ancora più forti. Ma per me questo è uno stimolo. Ad Anversa ho conosciuto Simone Biles, le ho chiesto anche una foto. Io non ho miti a cui ispirarmi, però se dovessi scegliere una ginnasta direi Rebecca Andrade. Mi piace molto la sua ginnastica. A Jesolo mi sono fatta la foto pure con lei (ride, ndr)”. In verità, l’impressione è che la Esposito non abbia ancora realizzato la portata della sua impresa. E forse da domani saranno le altre a volersi fare la foto con Manila, la nuova sovrana vesuviana che ha stregato le fate azzurre e ha deciso di guardare l’Olimpo parigino in verticale sul tetto dell’Europa