Marina Pagano -
Aveva iniziato a cantare fin da bambina e la natura l’aveva dotata di una voce forte, lei così minuta nel corpo, – di una straordinaria sonorità. In famiglia il padre Guglielmo, musicista, individua, nelle voci dei figli, ben otto tra maschi e femmine, le caratteristiche musicali. Ben presto, negli anni che per l’Italia sono ancora di guerra, ma non a Napoli, già “liberata” dagli alleati, per sopravvivere Guglielmo Pagano incomincia a suonare accompagnato dalle figlie, ancora bambine. La povertà di quegli anni farà nascere un tipo specifico di esibizione estemporanea che accomunerà due importanti artiste napoletane nate sorelle in casa Pagano, Angela e Marina: la “Posteggia” cioè un duo musicale formato da un musicista uomo e una cantante bambina.Le esibizioni avvenivano in locali pubblici, soprattutto ristoranti, frequentati dalle sole persone danarose di quei tempi, gli ufficiali alleati.
Il repertorio era quello della Canzone Napoletana, che offriva tante differenti possibilità di genere, dalla musica più allegra e sfrenata a quella più sentimentale e dolce.
Crescendo Marina Pagano prosegue come cantante di strada, altro tipo di spettacolo tradizionale nei luoghi partenopei.
Arrivata all’età adulta Marina si allontana dalla famiglia per cercare un proprio futuro, da Napoli si sposta a Roma, va a “bottega” per un certo periodo nella compagnia di Eduardo, e cerca di proseguire sul versante musicale che sente più congeniale.
Partecipa tuttavia anche a lavori teatrali, come già aveva fatto per un anno nella compagnia di Eduardo. Al decennio degli anni Cinquanta appartengono le partecipazioni a Viva l’Italia con Gino Buzzanca e a Le Troiane. Marina comunque continua a cantare, ma il suo mondo musicale è quello della musica popolare e degli spettacoli nei luoghi pubblici. Non vi sono grandi guadagni discografici né importanti ingaggi in prestigiose sedi: i luoghi sono le vie e le piazze dove Marina, senza microfoni, canta.
Si giunge così alla fine degli anni Sessanta, quando la sua presenza in spettacoli teatrali con musica aumenta:
- 1968 assieme a Nino Taranto in una parodia dell’opera buffa Il Socrate immaginario con musiche di Paisiello;
- 1969 con la direzione di Giuseppe Patroni Griffi emerge come protagonista dello spettacolo Napoli notte e giorno su testi di Raffaele Viviani.
Molto intensa e proficua la collaborazione con la RAI; già nel 1970 per Piccole Storie: Racconti Napoletani registra L’assistito di Matilde Serao, assieme a Carlo Croccolo e a Giuseppe Porelli; nel 1971, assieme a Vittorio De Sica, in un programma dal titolo Incontro con Marina Pagano.
- Al 1974 data la sua partecipazione a Canzonissima che aumenta e consolida l’ampiezza della sua notorietà. Effetto immediato è la pubblicazione del suo primo LP Jesce Sole, vera perla musicale, con 10 canti popolareschi napoletani, curati da Achille Millo e Roberto De Simone, a questo LP segue Io vi racconterò che contiene 10 canzoni d’amore di autori contemporanei, da un recital.
- La stagione teatrale 1975 è dedicata al recital A modo mio… con canzoni scritte per lei da Enrico Medail, Fiorenzo Carpi, Giorgio Gaslini e altri autori di primo piano. Menzione a parte merita la partecipazione al cast dell’opera musicale La Gatta Cenerentola scritta a partire dal testo di Giovanbattista Basile e musicata da Roberto De Simone nel 1976, dove Marina canta con l’ensemble musicale partenopeo Nuova Compagnia di Canto Popolare, che gravitava attorno alle ricerche musicali di De Simone.
- Nel 1982 la partecipazione al film dell’amico Massimo Troisi Ricomincio da tre, nel ruolo della zia del protagonista, piccolo “cameo” di cui Marina era incantata e non si stancava di rivedere, come ancora ricorda Pino Ammendola. Ed infine le ultime due produzioni teatrali: Le farse Cavaiole del 1986 rielaborate dall’opera cinquecentesca di Vincenzo Braca, con Antonio e Maurizio Casagrande e O di uno o di nessuno di Pirandello, allestito nel 1987. Tutti e due questi spettacoli ebbero la regia di Giuseppe Rocca. enciclopediadelledonne