Frances è un film di Graeme Clifford del 1982.
È la storia della vita di Frances Farmer, attrice teatrale e cinematografica, nata il 19 settembre 1913 e morta il 1º agosto 1970. Il suo spirito indipendente e ribelle entrò in conflitto con gli imperativi dello star system hollywoodiano e soprattutto con l'autoritaria madre, interpretata da Kim Stanley, che ottenne una nomination all'Oscar come miglior attrice non protagonista insieme a Jessica Lange (nomination all'Oscar per la migliore attrice protagonista ).
Ciò fu all'origine di un lungo percorso manicomiale da cui l'attrice uscì fisicamente e psichicamente devastata. Gran parte del film è un atto d'accusa contro le pratiche distruttive della personalità di una certa dottrina psichiatrica, tanto da rendere necessaria, nei titoli di coda, una nota del Dipartimento per la Salute Mentale della California in cui si precisa che "... le riprovevoli condizioni cui fu sottoposta Frances Farmer non sono rappresentative degli attuali trattamenti nel campo della salute mentale".
Costumi Patricia Norris
Sam Shepard: Harry York
Kim Stanley: Lillian Farmer
Bart Burns: Ernest Farmer
Christopher Pennock: Dick Steele
James Karen: giudice Hillier
Gerald S. O'Loughlin: psichiatra
Sarah Cunningham: Alma Styles
Allan Rich: Mr.Bebe
Frances Farmer nacque a Seattle, Washington, da Ernest Melvin Van Farmer e Lillian Ornum Farmer. A 18 anni (nel 1931), mentre frequentava la West High School, vinse $100 in un concorso di scrittura con il suo controverso saggio Dio muore. Il primo premio consisteva in un viaggio in Unione Sovietica che Frances accettò, nonostante la forte opposizione della madre, per frequentare il pionieristico Teatro d'Arte di Mosca. Di ritorno nell'estate del 1935 si fermò a New York, con la speranza di avviare una carriera teatrale, ma invece approdò alla Paramount Pictures come starlet.
Per il suo 22º compleanno si trasferì a Hollywood e nel 1936 partecipò al film Rhythm on the Range. Durante l'estate dello stesso anno accettò una partecipazione alla Samuel Goldwyn Productions per Ambizione, basato sul romanzo di Edna Ferber. Questo film ebbe un notevole successo e le sue interpretazioni, sia nella parte della madre sia della figlia, piacquero al pubblico e alla critica. Le recensioni salutarono nella Farmer l'avvento di una nuova stella. Nella speranza di consolidare la sua fama come attrice lasciò Hollywood per la più intellettuale East coast. Attirò l'attenzione del regista Harold Clurman e del drammaturgo Clifford Odets che la invitarono a far parte dell'Actor's Studio. A causa del richiamo esercitato al box office dalla Farmer, il connubio diventò il più grande successo commerciale nella storia del Gruppo. Nel 1938, durante una tournée nazionale, i critici sia a Washington sia a Chicago le diedero recensioni ottime
Frances Farmer ebbe una relazione con Odets, già sposato con l'attrice Luise Rainer, e si sentì tradita quando lui improvvisamente tornò dalla moglie. Quando il gruppo scelse un'altra attrice, la cui famiglia aveva finanziato la messa in scena a Londra, concluse che il gruppo aveva sfruttato la sua fama per raggiungere il successo e poi liberarsi di lei. Affranta, tornò a Hollywood e accettò di rimanere con la Paramount per un periodo di 3 mesi ogni anno per girare dei film. Il resto del suo tempo continuò a dedicarlo al teatro, tuttavia nelle successive due apparizioni a Broadway non ebbe ruoli importanti
Nel 1939 il suo disordinato stile di vita, caratterizzato da una personalità irrequieta e dall'uso di droghe, iniziò a danneggiare la sua reputazione. Nel 1940 abbandonò improvvisamente una commedia di Ernest Hemingway allestita a Broadway. A Hollywood era considerata scomoda: spesso veniva data in prestito ad altri studios mentre la Paramount le affidava solo ruoli secondari. Eppure nel 1942 la sua performance nel film Il figlio della furia con Tyrone Power fu lodata dalla critica. Nello stesso anno la Paramount annullò il suo contratto a causa del suo comportamento sempre più instabile durante la pre-produzione di Segretario a mezzanotte
Frances Farmer avrà la sua vendetta Maria Elena Villa
Frances Farmer avrà la sua vendetta su Mosca, la città che la ospitò brevemente per visitare il pionieristico Moscow Art Theatre, che la fece innamorare di Cechov e del teatro drammatico, ma che la segnò per sempre con l’appellativo di “comunista”, inaccettabile per la società americana.
Frances Farmer avrà la sua vendetta sulla Paramount, la casa cinematografica che si assicurò un contratto di sette anni dopo che Frances vinse un concorso di popolarità nel 1935.
La presentarono come “la nuova Garbo”, ma sprecarono il suo talento e la sua formazione drammatica in dimenticabili commedie di scarsa qualità. Questa situazione la portò ad un primo crollo nervoso e ad una furiosa litigata con Adolph Zukor, fondatore della Paramount, che fece di tutto per liberarsi di lei.
Frances Farmer avrà la sua vendetta su Washington e sul suo manicomio a Steilacoom, l’instituto dove è stata rinchiusa per dieci anni, dopo essere stata definitivamente dichiarata incapace di intendere e d i volere. Nessun’altra personalità del grande schermo ha mai passato così tanto tempo in un centro di igiene mentale.
Ma la sua vendetta più grande Frances Farmer l’avrà contro l’industria di Hollywood, che ha preferito l’ennesimo scandalo giornalistico all’aiutare una ragazza difficile ma fragile. Ha permesso che la situazione sfuggisse di mano, si è presa gioco di Frances, soprannominandola “Santa Patrona della Maddalene di Hollywood”, di quelle Clara Bow, Gail Russell, Gene Tierney che prima o dopo di lei, come lei “bevvero in onore della pazzia”.
Frances Farmer avrà la sua vendetta contro il mondo intero, che la lasciò sola e sola si perse. https://www.lasepolturadellaletteratura.it/frances-farmer-kurt-cobain/