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giovedì 20 febbraio 2020

#RosedaAmareStorie Lise Meitner

Lise Meitner (Vienna, 7 novembre 1878Cambridge, 27 ottobre 1968) è stata una fisica austriaca.Era la terza di otto figli che i genitori incoraggiavano a studiare, le ragazze meglio se il francese, che avrebbe consentito loro di lavorare come istitutrice in una famiglia aristocratica. Ma Lise aveva voti così eccezionali che il padre le pagò studi privati. All’università di Vienna – preclusa alle donne, e che dunque non aveva potuto frequentare per la laurea – , nel 1906 fu la seconda donna a ottenere un dottorato in fisica con il cupo e geniale Ludwig Boltzmann. Il quale la raccomandò a Max Planck, all’università di Berlino, che fece eccezione anche lui: accettò che ne seguisse le lezioni sebbene donna, dopo un anno ne fece la propria assistente e ne seguì con interesse le ricerche per identificare vari isotopi di elementi radioattivi insieme a un altro docente, il chimico Otto Hahn. Quando Hahn ebbe un dipartimento di radiochimica in proprio, al nuovo Kaiser Wilhelm Institut, la registrò come “ospite” e solo nel 1913, dopo una battaglia con l’amministrazione, le fece finalmente pagare uno stipendio.
Come Marie Curie, ma sul fronte opposto, quando scoppia la guerra mondiale Lise torna in Austria come infermiera volontaria e applica i raggi X alla medicina, ma rientra presto in laboratorio e nel 1917 scopre il protoattinio con Hahn, il quale le affida la direzione del laboratorio di fisica. Riceve anche il titolo di professore e nel 1926 un quotidiano berlinese riferisce che «l’Esimia Professoressa Meitner ha inaugurato l’anno accademico con una lezione di fisica cosmetica», invece di cosmologica. Cocciuta, sicura di sé, è invitata a tutte le conferenze Solvay dove i colleghi l’ascoltano con attenzione e prendono nota. In effetti, i suoi anni Venti sono straordinari: dimostra la stessa creatività teorica e sperimentale di Enrico Fermi. Scopre che senza emettere radiazione, gli elettroni passano da un’orbita all’altra nella “nube” che formano attorno al nucleo di un atomo, un effetto detto Auger, dal nome del fisico francese che lo misura due anni dopo; che nel decadimento radioattivo si formano raggi gamma, che il neutrino esiste prima ancora che qualcuno gli abbia dato un nome; e per la prima volta osserva positroni-elettroni accoppiati usando una camera a nebbia. Nel 1930 con il giovane chimico Fritz Strassmann e Hahn partecipa alla gara per creare elementi più “pesanti” dell’uranio insieme al gruppo di Rutherford in Inghilterra e di Fermi in Italia.
Da pacifista convinta, Meitner si rifiutò di accettare incarichi di ricerca per la costruzione di una bomba atomica nonostante le ripetute richieste dagli Stati Uniti. Preferì rimanere in Svezia durante la guerra.
L'opera di Lise Meitner spesso viene ridotta alla scoperta delle basi della fissione nucleare , fondamentale per lo sviluppo della tecnologia della fissione, che pochi anni dopo la pubblicazione risultò utile nella costruzione della bomba atomica. Inoltre, le sue teorie resero possibile l'uso pacifico dell'energia nucleare. Lise Meitner osservava questi sviluppi con occhio critico, in modo simile al suo collega Otto Hahn e altri pionieri della fisica nucleare come per esempio Albert Einstein.
In pensione dal 1954, Lise va a vivere a Cambridge vicino al nipote. Continua a corrispondere affettuosamente con Hahn fino alla morte di lui, il 28 luglio 1968, tre mesi prima della propria. Nel 1997, il suo nome viene dato a un nuovo elemento transuranico, il meitnerio. 
Lise Meitner
Greco Pietro
Profilo di donna
372 pagine,

mercoledì 19 febbraio 2020

La piccola libreria di Venezia Cinzia Giorgio

La piccola libreria di Venezia
Collana: Anagramma
Anno edizione: 2017
In commercio dal: 19 ottobre 2017
Pagine: 286 p., Rilegato
EAN: 9788822707673
Il vero protagonista è l'amore per i libri
"E' una falsità che i librai si occupino di libri. Si occupano delle persone.
Pag. 20
Dall'autrice del bestseller La collezionista di libri proibiti
Margherita ha un dono: sa consigliare a ogni persona il libro giusto. È per questo che, delusa dalla fine della sua storia d’amore, lascia Parigi e torna a Venezia, con l’intenzione di aprire una libreria nella bottega d’antiquariato appartenuta al padre. Poco prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione, rovistando tra vecchie carte, Margherita trova, incastrata in fondo a un cassetto, una foto che ritrae una giovane donna. “Per Anselmo, il mio grande amore”, recita la dedica sul retro, che riporta anche data e luogo: aprile 1945, Borgo degli Albizi, Firenze. Margherita nota con stupore che la ragazza ha al collo un ciondolo identico a quello che le ha lasciato suo zio Anselmo. Com’è possibile? Quel ciondolo è un pezzo unico, non può trattarsi di una copia. Incuriosita dalla scoperta, decide di indagare e parte per Firenze. La sua piccola ricerca la conduce in una libreria, la cui proprietaria è la figlia di Emma, proprio la donna della foto. Ma in quel luogo Margherita conosce anche qualcun altro: Fulvio, uno scrittore un tempo famoso, che non pubblica da anni e che nasconde un mistero nel suo passato…
Una giovane donna alla ricerca del suo passato. 
Un incontro del destino tra le pagine di un libro.
Hanno scritto
«Cinzia Giorgio imbastisce sapientemente una storia tutta costruita sulla passione per la lettura dimostrandosi una scrittrice colta, che sa maneggiare molto bene la lingua e le parole.»
Leggendaria
«Un romanzo al femminile, ma non banale, appassionato, che ha per protagonista l’amore per i libri.»
Mangialibri