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sabato 2 luglio 2022

Irene Fargo - ...E ogni volta che ti avrò (sabbia d'Africa sarò)

Irene è’ stata una cantante di una bravura eccezionale, come poche. Sei stata una cantante di una bravura eccezionale. Perché io ed Irene, Irene Fargo, non ci siamo mai conosciuti di persona, ma ci siamo parlati diverse volte via social. Ci eravamo, qualche anno fa, promessi persino un’intervista, poi la vita ha fatto un altro corso.

Il suo oggi è finito, lasciandomi il rimpianto di essermi scordato di cercarla, di chiederle: “Irene e allora la facciamo quell’intervista” ? Forse, vista la sua salute messa a dura prova dalla malattia, mi avrebbe risposto di no, o forse ci avrebbe provato per raccontare quella sua carriera partita con due secondi posti consecutivi a Sanremo, confermata da un album dal successo importante e poi pian piano scivolata via per motivi svariati, nessuno che avesse minimamente a che fare con l’arte. allmusicitalia.it

Dopo aver fatto parte di un coro polifonico, gli esordi da solista la vedono presentare sul palco del Festival di Castrocaro nel 1987 con il suo nome d'anagrafe la canzone "Fretta di te". È con il successivo incontro con Enzo Miceli ad assumere il nome d'arte di 'Irene Fargo' che comincia a definire il personaggio che permetterà di farla conoscere a livello nazionale. Dopo un ritorno nel 1988 al Festival di Castrocaro e il 45 giri d'esorio Dialoghi/Meccanismi, nel 1990 il disco d'esordio preceduto dal singolo estivo Le Ragazze Al Mare.

Nel 1991 Irene partecipa al Festival di Sanremo e si classifica seconda nella categoria nuove proposte con il brano La donna di Ibsen, il cui testo è ispirato ad un testo teatrale del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen intitolato La donna del mare. Il 45 giri, che fa da traino all'album inciso l'anno precedente e opportunamente ristampato con l'aggiunta di un altro inedito, Ti do una canzone, in duetto con Grazia Di Michele, conosce un successo inconsueto per un partecipante alle nuove proposte che non avesse vinto, sfiorando l'ingresso nella Top Ten.

Gli inviti in varie trasmissioni Rai e Fininvest consacrano Irene tra le rivelazioni dell'anno. A fine anno viene pubblicato il singolo Ugo...domani mi sposo, che ha un discreto riscontro commerciale e oggi è una rarità tra i collezionisti, essendo rimasto inedito su album, nella sua versione originale, mentre un remix è presente nel secondo 33 giri.

Nel 1992 è ancora a Sanremo tra le nuove proposte, ancora secondo posto, con il brano Come una Turandot. Questa volta l'omaggio è all'opera di Giacomo Puccini.

Il secondo album, pubblicato alla fine della rassegna, si intitola La voce magica della luna, e otterrà un discreto riscontro commerciale. Nello stesso anno Irene ottiene un terzo posto al Cantagiro.

Nel 1993 viene eliminata all'ultima selezione dall'elenco dei Big del Festival di Sanremo, alla cui gara si era candidata con il brano Non sei così, poi inserito nel terzo album Labirinti del cuore, pubblicato alla fine di quell'anno. Con questo disco Irene dà un nuovo corso alla propria carriera: abbandonati il suo primo produttore Enzo Miceli (autore con Gaetano Lorefice di quasi tutte le canzoni fino ad allora incise), si trasforma in interprete pura, e canta brani di Mariella Nava, Roby Facchinetti, Kaballà, Daniele Fossati. Il brano Ma quando sarà viene presentato dal vivo durante la prima edizione della manifestazione Festival Italiano in onda su Canale 5. Dopo un'esperienza televisiva nel cast di Domenica in..., Irene si avvicina alla canzone napoletana pubblicando un disco dal titolo 'O core e Napule. Partecipa ad alcune manifestazioni canore quali Viva Napoli e Ma l'amore sì! che vince con la canzone Io che non vivo (senza te) di Pino Donaggio.

Tra il 1997 e il 1999 Irene pubblica altri tre dischi, venendo invitata spesso come ospite nei programmi di Paolo Limiti. Dal 2002 affianca l'attività di attrice teatrale di Musical. È del 2005 l'ultimo CD di Irene, una serie di cover dal titolo Insieme contenente alcuni inediti, tra i quali il tema portante del film Nel mio amore, che ha visto l'esordio alla regia della scrittrice Susanna Tamaro.

Il 15 dicembre 2012 le viene conferito il premio "One Media Awards" per i 25 anni di carriera durante la serata di Gala organizzata dalla One Production Radio/TV in collaborazione con Kiss Radio Malta, evento svoltosi al Teatro MCC La Valletta. wikipedia.org

venerdì 6 maggio 2022

#Tratti e #Ritratti #AlFemminile - Roberta Faccani

Roberta Faccani è una cantautrice e attrice italiana, nota per la sua estensione vocale e per la saldissima tecnica nel canto.
Si è diplomata nel 1995 al Centro Europeo di Toscolano (C.E.T.) di Mogol, e all'inizio della sua carriera ha alternato l'attività di cantautrice e attrice a quella di cantante live e tv per numerosi artisti italiani, tra cui Paola Turci, Ornella Vanoni, Adriano Celentano, Mario Lavezzi, Annalisa Minetti.
Nel 1990 si classifica seconda al Festival di Castrocaro ed è ospite al Festival Leone d’Oro di Venezia.
Dal 1999 al 2000 interpreta a teatro il personaggio di Joanne nella versione italiana di Rent, il pluripremiato musical di Broadway, dove viene notata dal maestro Pavarotti.
I suoi fans di vecchia data la conoscono come "Mata" grazie al suo primo singolo da solista e autrice nel 2001, Rido, scritto insieme ad Angela Baraldi e Livio Visentin, già componente dei Lijao pubblicato sotto il nome appunto di Mata Faccani.
Dal 2002 al 2003 è nel cast originale di "Pinocchio il grande musical", con le musiche dei Pooh e la regia di Saverio Marconi.
Dal 2004 al 2010 è stata la voce dei Matia Bazar. Entra a far parte della formazione dopo aver partecipato ai provini annunciati per trovare la nuova cantante. Con loro inciderà tre album e un dvd live. Il debutto in pubblico con i Matia Bazar avviene al Festival di Sanremo 2005, con un brano di grande impatto dal titolo Grido d'amore, che si classifica al terzo posto Categoria "Gruppi".
Nel 2007 debutta anche come compositrice nel musical Streghe, un musical magico, di cui ha scritto musiche e liriche assieme a Stefano Calabrese. Nel 2010 e nel 2011 interpreta a teatro il personaggio camaleontico della Regina di cuori in Alice nel Paese delle Meraviglie - Il musical riscuotendo consensi di critica e pubblico.
Nell'estate del 2013 esce il singolo Controtempo, che anticipa l'album del debutto da solista dal titolo Stato di grazia, di cui la Faccani scrive testi e musiche oltre a curarne la pre-produzione insieme a Giordano Tittarelli con cui fonda l'etichetta discografica "Bandidos Records" e apre la scuola per giovani artisti "La fabbrica del cantante-attore" a Castelplanio.
Dal 2013 al 2015 interpreta Lady Montecchi nell'opera moderna Romeo e Giulietta - Ama e cambia il mondo diretta da Giuliano Peparini e prodotta da David Zard, campione di incassi in tutti i teatri italiani e all'estero e con ben quattro repliche all'arena di Verona.
Il 28 novembre 2014 canta in mondovisione in onore di Papa Francesco a San Giovanni in Laterano nella manifestazione “terram in pacis” con l’orchestra diretta dal maestro Jacopo Sipari.
Nello stesso anno scrive La lupa, il brano del ritorno discografico di Fiordaliso. Roberta ha anche scritto Lazio generazione, brano per omaggiare la sua fede calcistica laziale e soprattutto il suo prozio Augusto Faccani, che è stato capitano della squadra nonché uno dei pionieri biancocelesti. Nel 2016 esce il brano Questo amore proibito nella compilation Giulietta Loves Romeo, duetto interpretato con Vittorio Matteucci e scritto insieme allo stesso Matteucci e Giordano Tittarelli.

martedì 26 aprile 2022

#alTempoNelTempo - Noi donne è una rivista mensile italiana fondata nel 1944. È stata organo dell'Unione Donne in Italia fino al 1990.

Noi donne è una rivista mensile italiana fondata nel 1944. È stata organo dell'Unione Donne in Italia fino al 1990. Ha ospitato nel corso della sua storia molte delle principali voci del femminismo italiano.
Il titolo della rivista si rifà a quello di un altro giornale fondato durante la guerra di Spagna e poi stampato anche a Parigi nel novembre 1937 come foglio clandestino, per iniziativa delle antifasciste in esilio Teresa Noce e Xenia Silberberg.
Noi Donne fu rifondata durante la Resistenza come organo dei Gruppi di difesa della donna e dopo la Liberazione divenne l'organo dell'UDI.
Nel luglio del 1944 Noi Donne esce dalla clandestinità ed è stampato a Napoli sotto la direzione di Laura Bracco, con l'aiuto di Nadia Spano e la collaborazione di Rosetta Longo. Successivamente la redazione e l’amministrazione vengono trasferite a Roma e a Laura Bracco si affianca questa volta a Vittoria Giunti, insegnante che usciva dalla lotta antifascista clandestina.
Secondo Marisa Rodano gli scopi del giornale erano chiari: essere un giornale per tutte le donne, costituire un legame per tutte le energie femminili vogliose di battersi per sconfiggere il fascismo e partecipare direttamente alla costruzione di un’Italia diversa, far conoscere la lotta delle donne nell'Italia occupata, sollecitare nell'Italia liberata lo sviluppo di un movimento di donne.
La tecnica utilizzata dalla rivista consisteva in un foglio politico che, allo stesso momento però, non rinunciava a parlare di temi che “tradizionalmente le donne sono abituate a trovare nei periodici ad esse diretti: narrativa, moda, cucina.
Fra le scelte editoriali assunte sin dai primi anni ci fu quella dell'interclassismo: la rivista intendeva combattere per i diritti delle donne mettendo da parte le divisione di classe. Un'altra scelta di fondo fu quella di dare la precedenza all'aspetto economico della questione femminile, e quindi innanzitutto alla lotta per la parità salariale, e poi a quelle per l'abolizione del licenziamento per matrimonio o per l'ammissione alle carriere statali. Prima degli anni settanta Noi Donne era l'unico settimanale che portasse avanti la battaglia per l'emancipazione femminile.
Inizialmente mensile, negli anni successivi la periodicità diventerà quindicinale e poi settimanale sotto la lunga direzione di Giuliana Dal Pozzo e di Miriam Mafai.
Nel 1969 cambiò la forma giuridica del periodico, in quanto si trasformò in cooperativa delle redattrici.. Nel corso degli anni settanta la rivista ebbe il suo momento di massima distribuzione, arrivando a punte di seicentomila copie a numero grazie alla diffusione militante.. Il giornale fu protagonista delle battaglie per la parità di salario, per il divorzio, l'aborto e la tutela della maternità. Durante la direzione di Giuliana Dal Pozzo e di Miriam Mafai la periodicità diventò quindicinale e poi settimanale prima di tornare ad essere mensile nel 1981, mantenendo tale modulazione fino al dicembre 2016 quando, sospese le edizioni in versione cartacea, si potenziano le varie declinazioni diffuse virtualmente: dal sito al settimanale on line fino ai social.
In seguito al IX Congresso dell'UDI nel 1973 cambiò anche l'impostazione della rivista, che fino ad allora era stata ispirata ad una visione marxista e perciò si occupava prevalentemente dei problemi economici delle donne. Negli anni settanta Noi Donne iniziò a trattare anche i temi più tipici della riflessione femminista, come la critica dei ruoli sociali, maschile e femminile. Per contribuire su questi temi divennero collaboratrici del periodico esperte come Carla Ravaioli e Elena Gianini Belotti..
La crisi economica portò prima a un tentativo di restyling nel 1998, poi a una drastica riduzione della tiratura, infine alla dolorosa scelta di uscire dalle edicole e di ridimensionare la produzione, cosa che portò moltissimi a credere erroneamente che nel gennaio 2000 la rivista avesse chiuso.
Attualmente è reperibile per abbonamento o presso le librerie Feltrinelli[7]. wikipedia.org
L'Archivio storico di ‘NOIDONNE’ è un patrimonio nazionale culturale e giornalistico. La possibilità di consultarlo è preziosa occasione - soprattutto per le giovani generazioni - di conoscere meglio la storia contemporanea e alcuni particolari aspetti, quali le lotte delle donne, che sono parte decisiva dell’evoluzione della nostra democrazia.
Rendere fruibile on line tale Archivio è un grande obiettivo sul piano della ricerca e della divulgazione, che risponde anche alla necessità di preservare i documenti originali dall’usura del tempo, valorizzandoli e rendendoli agevolmente disponibili a pubblici diversi.
Data la grande quantità di documentazione da digitalizzare, il progetto è impegnativo e richiederà un lungo arco di tempo per essere completato. È un cammino iniziato nell’ottobre 2017 e ancora in corso. Di seguito si riporta l’elenco delle annate attualmente consultabili on line.
1944/45: edizioni clandestine – edizioni ufficiali. Sono disponibili e sfogliabili in versione digitale grazie ad un contributo della Presidenza del Consiglio che ha in parte sostenuto i costi tecnici e della piattaforma e alla collaborazione con la Fondazione Antonio Gramsci di Roma per quanto riguarda la raccolta dei fogli clandestini. È stata realizzata anche una pubblicazione delle edizioni clandestine, disponibile online.
Anni Quaranta. L’avvio e il completamento della digitalizzazione di tutti numeri pubblicati negli anni Quaranta è stata resa possibile grazie ad un contributo economico della Fondazione Unipolis (2017/2018) e al sostegno del Fondo dell’8xMille della Tavola Valdese (bando 2017) https://www.noidonnearchiviostorico.org/https://www.noidonnearchiviostorico.org/.

mercoledì 20 aprile 2022

#Tratti e #Ritratti #AlFemminile. Catherine Spaak attrice, cantante, conduttrice televisiva belga naturalizzata italiana.

Catherine Spaak
è stata un'attrice, cantante, conduttrice televisiva e ballerina belga naturalizzata italiana.
Nata in Francia, proveniva da una famiglia belga che annoverava fra i suoi membri anche artisti e uomini politici. Sua madre era l'attrice Claudie Clèves, il padre Charles era uno sceneggiatore cinematografico, la sorella Agnès è stata anch'essa attrice e poi fotografa, mentre lo zio Paul-Henri ricoprí per più mandati la carica di primo ministro del Belgio. Sua zia era Suzanne Spaak. Dopo aver recitato una piccola parte a soli 14 anni nel film Il buco di Jacques Becker, debuttó in Italia nel 1960 con Dolci inganni di Alberto Lattuada che condizionerà i suoi ruoli successivi, incentrati sullo stereotipo di un'adolescente spregiudicata. Lo stesso personaggio, con opportune variazioni, si ritrova in molte pellicole che interpreta nella prima metà degli anni '60, come Diciottenni al sole, Il sorpasso, La noia, La calda vita, La parmigiana, La bugiarda e La voglia matta, sul cui set conosce Fabrizio Capucci, che sposerà nel 1963 e dalla cui unione, di breve durata, nasce Sabrina, attrice di teatro.
Nel contempo la Dischi Ricordi le offrí un contratto e vennero pubblicati i suoi primi 45 giri, tra cui Mi fai paura (1964) (Alberto Testa-Iller Pattacini); alcuni (Quelli della mia età, cover di Tous les garçons et les filles di Françoise Hardy e L'esercito del surf noto anche come Noi siamo i giovani) diventano successi da Hit parade, grazie anche alla promozione nei varietà televisivi del sabato sera del quale fu spesso ospite. Nel 1964 le venne attribuita la Targa d'oro ai David di Donatello e continua a lavorare in Italia con i più celebri autori e registi, diventando una presenza ricorrente nella commedia all'italiana (L'armata Brancaleone, Adulterio all'italiana, La matriarca, Certo, certissimo, anzi... probabile). 
Nel 1967 venne proposta quale protagonista ne Il tigre di Dino Risi, accanto a Vittorio Gassman ed Eleanor Parker, ma la parte venne poi assegnata ad Ann-Margret. Visto il recente successo la Spaak nel 1967 tentò anche di farsi notare a Hollywood, partecipando a Intrighi al Grand Hotel, per la regia di Richard Quine, ma il film, nonostante un cast di rilievo, non ebbe buoni riscontri e l'esperienza rimase isolata. wikipedia.org 
David di Donatello 1964 – Targa d'oro per la La noia
Autrice e conduttrice di talk-show di successo, il più famoso dei quali resta Harem (più di 15 edizioni per Rai 3), fu molto apprezzata dal pubblico per la sua eleganza e raffinatezza. Nella stagione televisiva 2002-2003 lavorò come conduttrice televisiva su LA7 nella trasmissione Il sogno dell'angelo, un talk show incentrato sulla spiritualità.

giovedì 31 marzo 2022

#Stagioni, #Luoghi, #Storie. Chiara Civello │Susanna Stivali│Fanny Blankers-Koen│Luisa Ranieri: Anto', fa caldo │Marilyn Monroe – Anthology

Here Is Everything
Arranged By [Cello] – Chiara Civello, Mark Stewart  
Bass – James Genus
Drums – Clarence Penn
Percussion – Jamey Haddad
Saxophone [Alto] – Miguel Zenon
18 apr 2005 Chiara Civello è una 29enne, romana, residente negli Stati Uniti dal 1993, anno nel quale vinse una borsa di studio per la prestigiosa Berklee School di Boston. Trasferitasi a New York, viene scoperta dal produttore Ross Titelman (già al lavoro con Paul Simon e James Taylor), con il quale dà alle stampe “Last quarter moon”, il suo primo lavoro. Il disco, pubblicato per la storica etichetta Verve, include dodici brani jazz-pop (cantati in inglese e in italiano) realizzati con il supporto di grandi musicisti come il batterista Steve Gadd, il tastierista Larry Goldings, Jimmy Greene al sax e Daniel Jobim (nipote del grande Tom e voce in “Sambaroma”). www.rockol.it
Susanna Stivali – A Secret Place
Etichetta: Alfa Music – AFMCD107
Formato: CD, Album
Paese: Italy
Uscita: 2003
This CD is a journey through what turns the voice into an instrument in constant search of more ways of expression: the melody, like in the best vocal jazz tradition; improvisation, as an extemporary creation and as a moment of communion with the other instruments; and writing, intended as a creative act to be shared and as a story about ones self to be told through the lyrics and their playing along with the music. Five out of the eight tracks in the CD are original lyrics and music compositions by Susanna Stivali (apart from "All the Joys" which takes the lyrics from an Emily Dickinson poem). The other three are re-adaptations of standard jazz (as in the 'jungle' version of "Lazy Afternoon"). The choice of the English language comes from the author's familiarity with it and its natural disposition for sounds and expressions. All pieces are totally detached from one another, moving from swing to "song-style" patterns, to more 'open' improvisation moments. There are also chances to enjoy the instrument players solo skills while they accompany the lyrics. FONTE
Francina Elsje Blankers-Koen, detta Fanny (Baarn, 26 aprile 1918 – Hoofddorp, 25 gennaio 2004), è stata una velocista, ostacolista, altista e lunghista olandese, vincitrice di quattro medaglie d'oro olimpiche ai Giochi di Londra 1948.
Il talento sportivo di Fanny Koen fu subito evidente. Da adolescente praticò tennis, nuoto, ginnastica, pattinaggio su ghiaccio e corsa. Le riusciva difficile scegliere a quale sport dedicarsi. Un istruttore di nuoto le suggerì di lasciar perdere il nuoto, perché c'erano già parecchi nuotatori di alto livello nei Paesi Bassi (come Rie Mastenbroek), e di dedicarsi piuttosto all'atletica leggera, dove avrebbe avuto più possibilità di qualificarsi per le Olimpiadi.
La sua prima apparizione in una competizione ufficiale avvenne nel 1935. Alla terza corsa stabilì il nuovo record nazionale sugli 800 m. Ben presto venne convocata in nazionale, ma come velocista, non mezzofondista. L'anno seguente, ad appena diciotto anni, fu selezionata per partecipare alle Olimpiadi di Berlino.
A Berlino gareggiò nel salto in alto e nella staffetta 4×100 m. Le gare si svolgevano nello stesso giorno. Nell'alto arrivò sesta a pari merito con altre due saltatrici, mentre la staffetta olandese arrivò quinta in finale.
Fanny Koen emerse lentamente. Nel 1938 stabilì il suo primo record mondiale (11" netti sulle 100 iarde) e vinse le sue prime medaglie internazionali. Ai Campionati europei a Vienna ottenne il bronzo nei 100 m e nei 200 m. Molti, tra cui la stessa Koen, si aspettavano grandi risultati da lei alle successive Olimpiadi, in programma nel luglio 1940 a Helsinki. Purtroppo lo scoppio della seconda guerra mondiale fece interrompere i preparativi. Il 2 maggio 1940 i Giochi olimpici vennero formalmente annullati, una settimana prima che le truppe tedesche invadessero i Paesi Bassi.
Appena prima dell'invasione, Fanny Koen si era fidanzata, e il 29 agosto 1940 si sposò con Jan Blankers, diventando così Fanny Blankers-Koen. Jan Blankers, ex triplista (partecipò alle Olimpiadi del 1928), era un giornalista sportivo e l'allenatore della squadra femminile olandese di atletica. Blankers inizialmente pensava che le donne non dovessero partecipare alle competizioni sportive (un'idea diffusa all'epoca), ma cambiò atteggiamento dopo essersi innamorato di Fanny Koen, più giovane di lui di quindici anni.
Quando Fanny Blankers-Koen diede alla luce il suo primogenito Jan Junior nel gennaio 1941, la stampa olandese diede per scontato che la sua carriera sportiva fosse finita. A quei tempi le atlete di alto livello sposate erano una rarità, e per la maggior parte delle persone era semplicemente inconcepibile che una madre facesse attività agonistica. I coniugi Blankers-Koen la pensavano diversamente e poche settimane dopo il parto Fanny Blankers-Koen riprese ad allenarsi.
Il primo grande evento internazionale dopo la guerra furono i Campionati europei del 1946, a Oslo, in Norvegia. Alcuni mesi prima Fanny Blankers-Koen aveva dato alla luce Fanny Junior, ma poco dopo aveva ripreso nuovamente gli allenamenti. I campionati furono una mezza delusione. Nella semifinale dei 100 m, che si svolse durante la finale del salto in alto, cadde e non si qualificò per la finale. Con qualche escoriazione per la caduta, finì quarta nel salto in alto. Il secondo giorno andò meglio, con le vittorie sugli 80 m ostacoli e nella staffetta 4×100 m.
Fanny Blankers-Koen fu la prima donna a vincere quattro ori olimpici, per di più in una sola edizione. Fino alle Olimpiadi del 2000 comprese, solo altri tre atleti sono riusciti a vincere quattro ori nella stessa Olimpiade: Alvin Kraenzlein (1900), Jesse Owens (1936) e Carl Lewis (1984). Ribattezzata "la mammina volante" e "Amazing Fanny" dalla stampa internazionale, al suo rientro a Amsterdam fu accolta da una folla immensa. Sfilò per tutta la città a bordo di una carrozza, ricevette lodi e regali. I suoi vicini le regalarono una bicicletta, "per prendere la vita più lentamente". it.wikipedia.org - Fanny_Blankers-Koen
Luisa Ranieri  nata a Napoli nel 2001 è protagonista del primo episodio della campagna pubblicitaria “Nestea”, con il tormentone “Anto', fa caldo” con la regia di Alessandro D'Alatri insieme a Edoardo Sylos Labini
Marilyn Monroe – Anthology
Marilyn Monroe - Anthology album cover

Etichetta: Red Line Records (3) – REDLINE16
Formato: 2 x CD, Compilation
Uscita: 2005
Genere: Pop

martedì 25 gennaio 2022

# Nonè #amore #Senza#Amore - L'amore che vorrei cortometraggio scritto e diretto da Gabriele Pignotta

L'amore che vorrei - Corto
Michelle Hunziker "Non c'è giustificazione e motivo per cui uno debba vivere o subìre delle violenze, anche quando sei molto innamorato non ci sono giustificazioni, tutto quello che ci raccontiamo ogni giorno noi donne è sbagliato. L'amore è bello e gioioso", ha detto la showgirl. E' la prima volta che Michelle oltre a promuovere il corto con la Fondazione, vi recita da attrice. "Uno può avere degli ematomi, dei lividi sul corpo, ma anche quelli nel cuore, che sono anche peggio a volte e rimangono, quindi vanno combattuti, non è giusto che chi ti ama ti offenda e ti maltratti, noi donne dobbiamo imparare ad amarci e chi ci sta vicino se ha un problema deve farsi curare". 
Giulia Bongiorno 
"Questo corto consente di individuare cosa può essere una violenza psicologica. Attraverso la storia di cinque donne vittime di violenze di varie forme, si vuole far capire quanto sia importante riconoscere questi comportamenti e trovare il coraggio di bloccarli e denunciarli", ha spiegato invece l'avvocato. 
Doppia Difesa, One More Pictures e Rai Cinema presentano una nuova innovativa campagna sociale. “L’amore che vorrei”, il cortometraggio scritto e diretto da Gabriele Pignotta, interpretato da Michelle Hunziker, Michela Andreozzi, Claudia Potenza, Mia Benedetta, Giulia Elettra Gorietti con la partecipazione di Giulio Berruti
- PRESENTATO ALLA 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA, E' UN PROGETTO PROMOSSO DA DOPPIA DIFESA, ONE MORE PICTURES E RAI CINEMA NELL'AMBITO DI UNA INNOVATIVA CAMPAGNA SOCIALE. DOPO I CORTOMETRAGGI "UN'ALTRA STORIA", PROGETTO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE E "ANCORA UN'ALTRA STORIA", SUL FENOMENO DELL'ALIENAZIONE PARENTALE, QUESTA VOLTA LA CAMPAGNA AFFRONTA IL TEMA DEI MALTRATTAMENTI E DELLA VIOLENZA PSICOLOGICA SUBITA DALLE DONNE ALL'INTERNO DELLA COPPIA. FONTE - www.cinematografo.it

mercoledì 12 gennaio 2022

#Stagioni, #Luoghi, #Storie. Margot Fonteyn │Dorothy Lamour │Eliana Miglio │Anna Maria Alberghetti │Marianna Di Martino

  1. Margot Fonteyn prima ballerina con il Royal Ballet
  2. Dorothy Lamour  è stata un'attrice e cantante statunitense.
  3. Eliana Miglio attrice, ex modella ed ex conduttrice televisiva italiana.
  4. Anna Maria Alberghetti soprano e attrice italiana naturalizzato statunitense
  5. Marianna Di Martino, all'anagrafe Marianna Di Martino De Cecco attrice e modella italiana.
Margot Fonteyn (Reigate, 18 maggio 1919Panama, 21 febbraio 1991) è stata una ballerina britannica, prima ballerina con il Royal Ballet. È considerata la più grande di tutti i tempi, ed è stata nominata prima ballerina assoluta dal Royal Ballet.
Fonteyn nacque con il nome di Margaret Evelyn ("Peggy") Hookham da padre inglese e madre irlandese. La madre era figlia illegittima dell'uomo d'affari brasiliano Antonio Fontes. I primi anni li trascorse in Cina, dove la famiglia si trasferì per seguire il lavoro del padre. All'inizio della sua carriera, Margaret trasformò il cognome Fontes in Fonteyn (lo stesso fece suo fratello) e il nome Margaret in Margot, da qui il nome d'arte.
Studiò a Londra con l'insegnante russa Serafina Astaf'eva. A 14 anni superò un'audizione per il Vic-Wells Ballet (in seguito Sadler's Wells Ballet e poi Royal Ballet).
Nel 1935 si ritirò dalle scene Alicia Markova, che era al tempo prima ballerina del Royal Ballet, e Fonteyn diventò, di lì a poco, la star della compagnia e la musa ispiratrice di tanti balletti del coreografo Sir Frederick Ashton: Ondine, Daphnis and Chloe, e Sylvia. È rimasta nella storia la sua interpretazione, a 26 anni, di Aurora ne La bella addormentata di Čajkovskij.
'I explained it when I danced it'. L'ho spiegato quando l'ho danzato - Margot
Negli anni quaranta, Margot e il ballerino australiano Robert Helpmann formarono una coppia artistica molto acclamata. Insieme andarono in tournée per molti anni.
Il 21 febbraio 1963, Nureev e Margot Fonteyn apparvero sul palco, per la prima volta insieme, in una rappresentazione di Giselle a Londra. Fu un grande successo. Durante le chiamate alla ribalta, Nureyev si inginocchiò davanti alla Fonteyn e le baciò la mano, cementando un'unione che durò una vita, sia sul palco sia fuori.
Nonostante la differenza di storia personale, temperamento ed età (quasi venti anni), furono amici e leali l'uno all'altra fino alla fine. La coppia diventò famosa per le ripetute chiamate alla ribalta e per i lanci di bouquet di fiori sul palco da parte del pubblico a ogni rappresentazione. INFO
Dorothy Lamour, pseudonimo di Mary Leta Dorothy Slaton (New Orleans, 10 dicembre 1914Los Angeles, 22 settembre 1996), è stata un'attrice e cantante statunitense.
Il sogno di Dorothy Lamour non era quello di fare l'attrice, bensì di affermarsi nel mondo dello spettacolo come cantante. Dopo aver vinto il titolo di Miss New Orleans a un concorso di bellezza nel 1931, decise di trasferirsi a Chicago in cerca di fortuna come cantante. Per qualche tempo lavorò come addetta all'ascensore in un grande magazzino, prima di essere ingaggiata come cantante nel gruppo di Herbie Kay, che diventerà il suo primo marito nel 1935. Oltre ad esibirsi con il gruppo del marito, la Lamour lavorò presso un'emittente radiofonica di Chicago, dove ebbe l'opportunità di accompagnare il cantante Rudy Vallee e il pianista Eddie Duchin.
Assunto il cognome "Lamour" da quello del patrigno, nel 1933 si trasferì a Hollywood, dove le fu offerto un breve ruolo non accreditato nel musical Viva le donne! (1933).
Riapparve successivamente sul grande schermo solamente nel 1936, quando ottenne una piccola parte in College Holiday, ma il ruolo che la consacrò definitivamente fu quello di Ulah in La figlia della jungla (1936), prodotto dalla Paramount e diretto da Wilhelm Thiele. Il film stabilì svariati record di incassi, e il personaggio di Ulah, una sorta di Tarzan al femminile, lanciò la Lamour nell'olimpo delle più grandi star femminili di Hollywood, soprattutto grazie allo splendido fisico messo in mostra nella pellicola. INFO
  1. Eliana Miglio è un'attrice, ex modella ed ex conduttrice televisiva italiana.
Figlia di padre milanese e di madre tedesca, originaria del Territorio di Memel, nell'odierna Lituania, è terzogenita dopo un fratello ed una sorella, Alessandra, che ha ricoperto la carica di assessore presso il comune di Luino. Eliana ha vissuto tra i cinque e i quindici anni di età sulle rive del lago Maggiore, a Luino, dove a 12 anni ha lavorato come dj nell'emittente locale Radio Stereo 4. Sempre a Luino ha frequentato il primo e parte del secondo anno scolastico, per poi andare a vivere in Germania e successivamente in collegio a Cortina d'Ampezzo. Parla il tedesco a livello di madrelingua.
Dopo altri trasferimenti si è infine stabilita a Roma, dove ha iniziato a lavorare come modella. Qui ha conosciuto il regista Marco Risi, ma alla nascita del loro figlio, Andrea Miglio Risi, la relazione è terminata. All'inizio della carriera di conduttrice ed attrice ha usato il nome d'arte Eliana Hoppe. Già nel 1985, con Alessandra Canale, conduce su Raidue il quiz estivo L'avventura, che per la prima volta propone un cruciverba come base delle prove dei concorrenti. Il programma, oltre ad essere un quiz, presentava al suo interno anche cartoni animati e documentari. Tra i suoi primi lavori cinematografici sono da segnalare la fiction Sogni e bisogni di Sergio Citti nella quale affianca, in un piccolo ruolo, Ninetto Davoli e il thriller Morirai a mezzanotte di Lamberto Bava nel quale, suo malgrado, è vittima di un incidente sul set: durante la scena del suo assassinio, la lama del coltello non si ritrasse, ferendo l'attrice. Negli Anni Novanta recita in svariate pellicole tra cui si segnala Figurine di Giovanni Robbiano nonché La via degli angeli e L'arcano incantatore di Pupi Avati. INFO
Gianca e Nick sono due ventenni bolognesi che si conoscono nel 1994 a Perugia durante lo stage per giovani musicisti di Umbria Jazz. Hanno vent'anni e entrambi sognano una carriera: Gianca suonando il sax e cercando di corrispondere alle aspettative di un padre che ha abbandonato le sue velleità artistiche per diventare un affermato commercialista, Nick dedicandosi alla sua tromba come per una sorta di rivincita su una situazione familiare squallida ed affettivamente arida. Li unisce la musica, li divide una ragazza.
La grande invasione delle rane
Fazi, 2006
Agnese da grande vuole fare l'avvocato. È decisa, sicura di sé, anche se ha appena dieci anni. Anna, sua sorella le invidia questa forza. La madre, donna altera, taglia le rose con la stessa sbadataggine con cui cura la propria depressione. Il padre, presente a intermittenza, coltiva un'ingombrante malinconia insieme alla passione malata per le rane. Sulllo sfondo di una provincia assonnata, si svolge un romanzo a stazioni, uno psicodramma dal sapore giocosamente pirandelliano nel quale sei personaggi rincorrono la propria identità passando attraverso i falsi miti degli anni Settanta. INFO

Suo padre, Daniele Alberghetti, era un baritono e violoncellista, che lavorò al Teatro alla Scala e all'Opera di Roma. Sua madre, Vittoria, era una pianista che lavorava alla Scuola Regia Musicale di Rodi.
La Alberghetti iniziò giovanissima la sua carriera artistica di cantante, esibendosi già a sei anni a Rodi nel 1942, in un concerto per voce e orchestra, e quindi in vari teatri europei, nonostante le difficoltà del periodo bellico.
Il 28 aprile 1950, all'età di 13 anni, debuttò in concerto a New York alla Carnegie Hall e, il 29 giugno dello stesso anno, si esibì con la New York Philharmonic al Lewisohn Stadium, davanti a un pubblico di 13.000 spettatori, cantando arie dalla Lucia di Lammermoor e La Traviata. Il successo fu così immediato che la famiglia Alberghetti decise di trasferirsi negli Stati Uniti in maniera permanente.
Nel 1951 fu coprotagonista del film-opera Il medium, tratto dall'omonima opera di Gian Carlo Menotti, mentre nel 1962 vinse un Tony Award come migliore attrice per il suo ruolo nel musical Carnival! di Bob Merrill.
Il suo ruolo teatrale più significativo giunse nel 1961-1963 come protagonista, a Broadway, del musical Carnival! di Bob Merrill. Per la sua interpretazione ricevette nel 1962 un Tony Award come migliore attrice protagonista in un musical.
Nel 1964 sposò il produttore Claudio Guzmán, riducendo drasticamente la propria attività artistica. Anche dopo il divorzio nel 1974, si occupò delle figlie, riprendendo con più intensità la carriera artistica solo dalla fine degli anni settanta in teatro con The Sound of Music (1978) e Camelot (1981), e tornando ad esibirsi come solista in concerti e in televisione. INFO
Marianna Di Martino, all'anagrafe Marianna Di Martino De Cecco è un'attrice e modella italiana.
È figlia di Giuseppe Di Martino, regista abruzzese ed ex direttore del Teatro Stabile di Catania, morto quando lei aveva quattro anni, e di Emanuela Muni, attrice siciliana.[1] Dal 2004 intraprende la carriera di modella, sfilando per Giorgio Armani e comparendo su riviste come Vogue. Su spinta della madre, nel 2008 partecipa, con il titolo di Miss Sicilia, alla 69ª edizione di Miss Italia, arrivando seconda.
Questa esperienza le permette di essere notata dalla giurata Anna Strasberg, la quale le concede una borsa di studio per il Lee Strasberg Theatre and Film Institute di New York; qui, nel 2009 inizia la formazione da attrice per poi continuare la sua carriera a Roma. Nello stesso anno si classifica quinta nella terza edizione di Italia's Next Top Model, abbandonando poi definitivamente la carriera in passerella in favore di quella attoriale; negli anni seguenti frequenta stage ancora con Strasberg, con Sergio Rubini e con Vincent Riotta, oltre a frequentare workshop e masterclass con Ivana Chubbuck. INFO
  • Riconoscimenti
  • 2017 - Terminillo Film Festival
  • Miglior attrice per Frattaglie
  • 2018 - Adriatic Film Festival
  • Miglior attrice per Amici comuni

"Sono figlia di attori, mia madre è Emanuela Muni, siciliana di Modica, mio padre, abruzzese, dirigeva il Teatro Stabile di Catania, la città dove si sono conosciuti e dove sono nata. Purtroppo è morto quando avevo quattro anni e mezzo. Aveva problemi di cuore. D'altra parte, era già piuttosto grande, aveva 74 anni, 46 più di mia madre. Lei l'aveva conosciuto a soli diciassette anni, era il suo maestro a teatro. Un amore totalizzante e molto difficile da vivere allo scoperto, non tanto perché erano in Sicilia: sfido qualunque padre a 'prenderla bene' quando scopre che la figlia sta con un uomo di dieci anni più vecchio di lui [...]".INFO